Dall’Olanda è approdata nella galleria di Giuseppe Visceglie
Anche un antiquario, avvezzo di solito a convivere quasi quotidianamente con le tentazioni del passato, può prendere una cotta, come un pivellino, quando si trova al cospetto di un retaggio-doc, che, accanto al requisito della rarità, possa vantare anche il pregio del livello qualitativo e quello dell’integrita assoluta, ossia la mancanza di trucchi che possano nascondere talvolta un abile e subdolo assemblaggio. Un amore a prima vista, insomma. E’ capitato a Giuseppe Visceglie durante un recente viaggio nell’Olanda del Nord. Era in un mercatino delle pulci alla ricerca della solita selvaggina d’altri tempi, quando è stato avvicinato da un altro patito del tarlo che gli ha chiesto lumi su un oggetto del desiderio. Di qui le presentazioni e poi la successiva proposta del personaggio in questione a recarsi nella sua dimora per visionare alcuni mobili olandesi del Settecento.
Sulle prime, Giuseppe Visceglie stava per declinare l’invito in base a talune personali e deludenti esperienze che lo avevano portato davanti a rifacimenti e a copie maldestre che i titolari vantavano come “capolavori da museo”. Poi. dietro la cortese insistenza dell’interlocutore, ha optato per il si. E quale e stata la sua sorprendente meraviglia? Quella di trovarsi in una magione d’alto bordo in cui c’erano autentici mobili del Settecento. Per poco all’esterrefatto Giuseppe non e venuto un colpo quando ha visto una ribalta, risalente al secolo dei Lumi, che sfoggiava intarsi raffinati e seducenti, come un Maggiolini d’alto lignaggio. Ribalta che possiamo oggi ammirare nella sua galleria antiquaria, in via Calefati 161, a Bari, tra una miriade di altre tentazioni, come dipinti, avori e sculture. Ma, ad onor del vero, è l’”olandesina” ad attirare la nostra attenzione, anche per le contenute dimensioni che ne fanno un mobile “passe-partout”, mobile cioe che può essere inserito in qualsiasi ambiente: persino in un ampio ingresso, perche da solo riesce a dare un tocco di raffinato aplomb agli altri orpelli che dovessero trovarsi nella stessa “location”.
La ribalta, come si evince dallo stesso nome, è munita di un piano ribaltabile che funge solitamente da scrittoio. Più specificatamente, il termine indica l’anta o il piano che si può abbassare in avanti grazie a perni o cerniere, ed essere sostenuto saldamente da catenelle o da montanti estraibili, venendo in tal modo a formare un piano da scrittoio.E allora? Non ci resta che vincere ogni titubanza per assicurarsi in tutta fretta questo retaggio che vanta circa tre secoli. Anche se non dovessimo avere dono della scrittura!
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